Lo spazio in un contesto geopolitico in evoluzione


L’Accademia Aeronautica ha di recente avuto il piacere e l’onore di ospitare il Capo della Divisione di Strutture, Meccanismi e Materiali dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nelle vesti di Ufficiale della Riserva Selezionata ovvero il Tenente Colonnello Tommaso Ghidini. Con la passione che lo contraddistingue e la consueta chiarezza espositiva, ci ha offerto uno sguardo privilegiato sul presente e sul futuro dello spazio nel contesto geopolitico globale. Durante il suo intervento, ha condiviso una riflessione che lui stesso non avrebbe mai pensato di pronunciare fino a pochi mesi fa: se l’Europa, non sarà in grado di agire con decisione, rischia concretamente di uscire dalla storia dell’esplorazione e dello sviluppo spaziale. Questo scenario, che fino a poco tempo fa sembrava impensabile, ci obbliga oggi a una presa di coscienza collettiva e a una rinnovata assunzione di responsabilità. Lo spazio è oggi al centro delle dinamiche geopolitiche internazionali. Non è più soltanto un ambiente per l’esplorazione scientifica, ma un vero dominio di potere: osservare, comunicare e dominare lo spazio significa anche controllare la Terra. In questo scenario, l’Europa rischia di uscire dalla storia, mentre potenze come Cina, Stati Uniti, India e Russia avanzano con visioni integrate e ambiziose.

La Cina punta a diventare la potenza spaziale dominante entro il 2049, in occasione del centenario della Repubblica Popolare Cinese. Sta sviluppando la propria stazione spaziale, una base lunare, un ambizioso programma di esplorazione marziana e un’infrastruttura tecnologico-industriale perfettamente integrata che unisce spazio, cyber, quantum e intelligenza artificiale. L’India si sta affermando come potenza spaziale emergente, ha già effettuato l’atterraggio al Polo Sud lunare (2023), sta portando avanti missioni verso Marte e Venere e punta a realizzare una stazione spaziale nazionale entro il 2035. La Russia intende preservare il proprio status di grande potenza attraverso missioni di ritorno sulla Luna, lo sviluppo di moduli orbitali e la costruzione di una stazione spaziale autonoma distaccandosi dalla cooperazione internazionale della Stazione Spaziale Internazionale. Gli Stati Uniti perseguono la leadership globale con una forte integrazione tra settore civile, militare e commerciale. Le loro attività spaziali includono il programma Artemis[1] (con base lunare), missioni su Marte, Starship[2], Starlink[3] e un ecosistema d’innovazione pubblico-privato altamente sviluppato. L’Europa, al contrario, fatica a tenere il passo: soffre una scarsa coesione e una visione strategica frammentata. Senza un deciso cambio di rotta, rischia di essere progressivamente estromessa dallo scenario spaziale globale.

I dati parlano chiaro: l’Europa investe solo 26 euro all’anno per cittadino nello spazio, contro i 219 degli Stati Uniti. La sua quota del budget spaziale globale è scesa dal 15% al 10% tra il 2019 e il 2024. La frammentazione industriale e la dipendenza da attori esterni ostacolano l’autonomia strategica. In questo contesto, puntare sullo sviluppo tecnologico e sulla valorizzazione delle capacità duali diventa non solo un’opportunità, ma una necessità strategica per rilanciare il ruolo dell’Europa nello scenario spaziale globale. Le tecnologie spaziali sono per loro natura a duplice uso, strumenti pensati per la scienza e l’ambiente possono servire anche alla difesa. Infatti, l’Agenzia Spaziale Europea ha individuato sei settori chiave in ambito difesa e sicurezza: posizionamento e navigazione (PNT), connettività sicura, osservazione della Terra, intelligenza artificiale, cybersicurezza e tecnologie quantistiche. Missioni come HERA, Vega-C e Sentinel-1C dimostrano già oggi il valore sia civile sia militare di queste capacità. Attraverso l’iniziativa “Technology Vision 2040”, elaborata da oltre 100 esperti, l’ESA ha definito una roadmap per l’innovazione, fondata su tecnologie rivoluzionarie come veicoli iperveloci, robotica intelligente, habitat autonomi e satelliti stealth. Sviluppare e sfruttare tali tecnologie attraverso una governance trasparente e coordinata sarà cruciale per la sicurezza del futuro europeo. Questo piano può guidare l’Europa verso una leadership spaziale indipendente, a condizione che sia sostenuto da una reale volontà politica e risorse adeguate. L’ESA, grazie alla sua neutralità e competenza, si configura sempre più come il fulcro dell’integrazione tra spazio e difesa. Il Consiglio Ministeriale del 2025 sarà un momento decisivo: i 23 Stati membri dell’ESA dovranno scegliere se trasformare l’ambizione in realtà. È un momento strategico in cui il nostro continente deve scegliere se continuare a scrivere la storia dello spazio da protagonista, oppure accettare il rischio di rimanerne spettatore. La sfida è politica, strategica e generazionale.

In questo scenario in rapida evoluzione, l’Aeronautica Militare italiana è chiamata a svolgere un ruolo cruciale nella difesa e nello sviluppo delle capacità spaziali, sia a livello nazionale che europeo. L’Accademia Aeronautica, culla dell’eccellenza formativa, non sarà una semplice spettatrice di questa trasformazione epocale: ne sarà protagonista e motore propulsore. In un’Europa che necessita urgentemente di visione e leadership, saranno proprio i nostri centri di formazione a generare i futuri attori del potere spaziale: ufficiali in grado di coniugare valori, competenze tecnologiche e visione geopolitica, pronti a guidare l’Italia – e con essa l’Europa – nella nuova corsa allo spazio europea.

S. Ten. GRIPSHI Iris


[1] Il programma Artemis (nome derivante da Artemidedea della caccia e della luna, gemella di Apollo) è un programma di esplorazione spaziale automatizzato e con equipaggio, portato avanti dalla NASA, da aziende di voli spaziali commerciali statunitensi, e da partner internazionali come l’ESA, la JAXA e la Canadian Space Agency (CSA), con l’obiettivo di sbarcare “la prima donna e il prossimo uomo” sulla Luna, in particolare nella regione del polo sud lunare entro il 2026. La NASA vede Artemis come un passo verso l’obiettivo a lungo termine di stabilire una presenza autosufficiente sulla Luna, gettare le basi per permettere a società private di costruire un’economia lunare e, infine, mandare gli umani su Marte.

[2] Starship è un vettore spaziale riutilizzabile super pesante in fase di sviluppo da parte di SpaceX

[3] Starlink è una costellazione di satelliti attualmente in costruzione dal produttore privato aerospaziale statunitense SpaceX per l’accesso a internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza